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COLLANA ORPHA
Collana della Società Italiana di Psicoanalisi e Psicoterapia “Sándor Ferenczi”diretta da Gianni Guasto
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IL TRAINING IMPOSSIBILE
Un punto di vista relazionale sulla formazione degli psicoanalisti
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Emanuel Berman, 2019

In questo libro, l’Autore descrive le aporie del sistema di formazione degli psicoanalisti, collocate nel contesto di grandi controversie presenti nella storia della psicoanalisi, e come un’“autentica identità psicoanalitica” sia stata da sempre oggetto di idealizzazione, dando luogo a vissuti persecutori e a ribellioni contro tendenze infantilizzanti e autoritarie, tuttora presenti nel processo di supervisione. L’osservazione di tali difficoltà da un vertice relazionale e intersoggettivo, rende possibile intercettare eventuali aree cieche e derive paternaliste, e favorire nei candidati lo sviluppo di esperienze maggiormente fiduciose e personali nella relazione fra supervisore e supervisionato. Guardando al presente con occhio saldamente ancorato alle controversie del passato, Berman indica, quale missione degli odierni maestri di psicoanalisi, il compito di fornire alle prossime generazioni di studenti le risorse per affrontare con creatività le sfide di un domani tuttora sconosciuto.

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INCONTRI CON L'IRRAZIONALE
La mia storia
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André Haynal, 2019
Traduzione Duccio Sacchi

Cresciuto all’intersezione tra tre culture – cattolica, protestante ed ebraica – André Haynal, protagonista della psicoanalisi europea e internazionale, racconta l’infanzia nella natia Budapest, lo strazio della guerra, dell’occupazione nazista e dell’occupazione sovietica, l’avventurosa fuga in Svizzera, il ruolo che ricoprì nella riorganizzazione postbellica della psicoanalisi, la sua paziente lotta contro il fanatismo e il fecondo incontro con l’opera di Sándor Ferenczi. Ma come ricorda Franco Borgogno nella presentazione, questa «appassionante autobiografia» è anche molto di più, trattando innanzitutto «di come si possa sopravvivere alla depressione e a traumi cumulativi attraverso un atto continuo di riparazione e di creatività […], mantenendo il senso di essere se stessi accettando ed elaborando non senza un’intensa sofferenza sia il distacco dalle persone e dai luoghi amati, sia il sentirsi sempre stranieri («alieni») nei posti dove ci si è trovati ad abitare nel corso di un’esistenza, sorprendentemente movimentata e perigliosa».

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SUL FILO DELLA MEMORIA
Un itinerario psicoanalitico in compagnia di Ferenczi e Balint
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Judith Dupont, 2018
Traduzione Ilaria Martin - Curatore Carlo Bonomi

«Non sono una scrittrice. Esercito il mestiere della psicoanalisi da oltre cinquant’anni ed è in questo contesto che desidero esprimere alcune idee, fantasie, riflessioni… e raccontare qualche episodio».
Sul filo della memoria Judith Dupont rivela la storia di una vita familiare e professionale che si dipana all’interno di una delle “dinastie” psicoanalitiche più importanti del XX secolo, quella dei Kovács-Balint, il cui destino si intreccia con la figura a lungo discussa di Sándor Ferenczi.
Divenuta erede letterario dello stesso Ferenczi alla morte di Michael Balint, Judith Dupont è riuscita nell’intento che Balint aveva preparato con cura per decenni, ma che non aveva potuto portare a termine: pubblicare il Diario clinico scritto da Ferenczi nel 1932, l’anno del conflitto con Freud, e negoziare la pubblicazione in forma integrale della corrispondenza fra Freud e Ferenczi. Attraverso queste pagine Judith Dupont infonde un tono familiare a temi difficili e controversi, così da renderli accessibili anche al lettore inesperto. Quanto al lettore esperto, troverà qui riunite informazioni rare.

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LA PASSIONE DELLA CURA
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Gianni Guasto, 2016

L’Aforismario è una sorta di miscellanea composta di riflessioni, vignette cliniche, citazioni da opere psicoanalitiche e letterarie, caratterizzate da brevità ed essenzialità. È una miscellanea di piacevole lettura, che a sua volta stimola altre riflessioni e induce approfondimenti e ulteriori ricerche, e che si avvale – credo di poterlo affermare – della preziosità di una prosa che costituisce una delle grandi qualità dell’Autore.

Oltre a suonare conferma della scelta della psicoanalisi come mestiere, passione, chiave di volta per leggere il mondo e le relazioni umane; di una professione che non conosce “lavoro e dopolavoro” ma costituisce una delle ragioni fondanti dell’esistenza, queste pagine vedono ricorrere più volte l’aggettivo “febbrile”. Credo che tale occorrenza non sia solo un’eredità ferencziana, ma abbia a che fare con la modalità propria dell’Autore nell’approcciare la propria attività.

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