Necrologio Judith Dupont
(Budapest 22 Settembre 1925 / Andilly 1 Ottobre 2025)

È con grande dolore che diamo notizia che oggi, 1 ottobre, è morta di Judith
Dupont, psicoanalista. Era nata a Budapest in una famiglia e in un ambiente ricco di
umanità e intriso di psicoanalisi. Sua nonna Vilma Kovacs, era stata prima paziente
e poi collaboratrice di Sándor Ferenczi. A lei si doveva l’organizzazione del sistema
del training della società ungherese. Una delle sue figlie, Alice, sposò Michael Balint
e insieme elaborarono l’idea dell’amor primario e molti altri concetti fondamentali
della scuola ungherese di psicoanalisi. L’altra figlia, sposata Dormandi, divenne una
famosa pittrice, oltre che la madre di Judith. La sua vita straordinaria è raccontata
nel libro Sul filo della memoria. Un itinerario psicoanalitico in compagnia di Ferenczi
e Balint, Arpa edizioni. Il libro è esaurito, ma l’editore lo farà ristampare e accetta
prenotazioni.
Alla morte di Balint, Judith divenne l’erede letterario di Ferenczi e prese la decisione, avversata su più fronti di tradurre e pubblicare il Diario Clinico scritto da Ferenczi nel 1932. In questo venne aiutata dallo straordinario gruppo di traduzione della rivista Le Coq-Héron, miniera inesauribile di testi introvabili. Pubblicato in francese nel 1985, e poi in varie altre lingue, il Diario Clinico diede il via al Rinascimento Ferencziano. Negli anni ’80 e ’90, Ferenczi era ancora un autore eretico, bandito dagli istituti di psicoanalisi. Le sue idee erano attribuite a “malattia mentale”, come recita il volume terzo della biografia ufficiale di Freud scritta da Ernest Jones. È soltanto grazie al Rinascimento ferencziano, che oltre al Diario è stato sostenuto dalla pubblicazione delle lettere tra Freud e Ferenczi, e da un serie continua di congressi internazionali sfociati infine nell’International Sándor Ferenczi Network, che questi pregiudizi e accuse infondate si sono dissolte e che l’opera finale di Ferenczi è stata progressivamente riscoperta come l’inesauribile fonte della psicoanalisi contemporanea. Un segno dei nuovi tempi è stata l’assegnazione del Premio Mary Sigourney a molti protagonisti della riscoperta di Freud, Judith Dupont compresa (nel 2013). In questo clima di riconciliazione ha deciso di donare gli archivi Ferenczi al Museo Freud di Londra.
Judith era una persona modesta, gentile e generosa. Io l’ho conosciuta nel1993, quando presentai il mio lavoro su Freud pediatra, che volle subito tradurre pubblicare e sul Coq-Héron. Negli anni anni ’90 l’ho incontrata spesso e la sua arguzia e il suo stile anticonvenzionale mi stupiva sempre. L’ho anche visitata nel suo magnifico studio in place Dauphin, in cui troneggiava il ritratto del padre dipinto dalla madre. Era stata la casa di famiglia ed era rimasto un posto magico. Nel corso degli anni Judith mi ha dato molti documenti inediti (fra cui quelli che servirono a scrivere Flight into sanity) e m’incoraggiò in molti modi. Nel 2005 un piccolo gruppo si riunì a Firenze per discutere come finalizzare il movimento ferencziano (i saggi del convegno vennero raccolti nel libro Sandor Ferenczi e la psicoanalisi contemporanea, Borla editore). Ci vorranno altri 10 anni prima che a Toronto venisse fondato il Sandor Ferenczi Network, di cui Judith Dupont era socia onoraria. Nel 2018 Judith ha voluto essere socia onoraria anche della Società Italiana di Psicoanalisi e psicoterapia Sándor Ferenczi che soltanto pochi giorni fa ha celebrato i suoi 100 anni in una cerimonia festosa e commovente che si trova su YouTube con il titolo JUDITH DUPONT COMPIE 100 ANNI: JOYEUX ANNIVERSAIRE! (https://www.youtube.com/watch?v=pzpRK_9aeHM&t=1560s)
Hanno partecipato, fra gli altri, Carlo Bonomi, Ornella Piccini, Elena Adams-Worms, Luis Martin Cabré, Judith Szekacs, Giselle Galdi, Marco Conci, Gabriele Cassullo, Jeffrey Masson, Jay Frankel, Peter Rudnytsky, Bokay Antal, José Jimenez Avello e Aleksandar Dimitrievic. Cara Judith sei stata e sarai sempre nei nostri cuori.
Insieme a Judith perdiamo un punto di riferimento e una persona amata da tutti. Il nostro più sentito cordoglio va ai figli e nipoti Hélène, Pierre, Noah e Samuel.
Carlo Bonomi
Presidente dell’International Sandor Ferenczi Network
----
La redazione del Coq-Héron annuncia con immensa tristezza che la nostra amica Judith Dupont, fondatrice e ispiratrice della nostra rivista, ci ha lasciato questa mattina all’alba del primo ottobre 2025, una settimana dopo aver compiuto il centesimo compleanno. Per noi che le volevamo bene rimarrà presente con la sua intelligenza acuta, quel suo modo particolare di ascoltare tutti e di capire senza mai giudicare. Come dise Isaac Bashevis Singer : « I morti non se ne vanno, non vanno da nessuna parte. In ciascuno di noi riposano i nostri, i nostri padri, le nostre madri, quelli che ci hanno preceduto. Sono con noi, sempre». Così speriamo che Judith rimarrà con noi, fra di noi. La rivista, Le Coq-Héron, ha ormai mezzo secolo di vita. Insieme alla Revue Française de Psychanalyse, è una delle due riviste psicoanalitiche più antiche di Francia. Sollecitiamo molti articoli ma tanti ci arrivano spontaneamente. Continuiamo a tradurre testi pubblicati nelle lingue più disparate. Anche la redazione ha subito molti cambiamenti. Alcuni membri se ne sono andati, altri sono stati cooptati, ma lo spirito è sempre lo stesso. È una rivista di discussione, che non seleziona gli articoli secondo una linea rigida e che rimane aperta a tutti gli orientamenti della nostra professione. Tuttavia, alcuni orientamenti si sono manifestati con una frequenza particolare. Diversi articoli e diversi numeri interi sono stati dedicati a Sándor Ferenczi ed è stato un gruppo di traduzione proveniente dalla redazione di Le Coq-Héron a tradurre in francese il volume IV delle opere complete di Ferenczi, il suo Diario Clinico e la sua corrispondenza con Georg Groddeck, poi con Sigmund Freud. Le Coq-Héron è uno dei fondatori dell'International Sandor Ferenczi Network.
Elena Adams-Worms
Le Coq-Héron, Paris
---
Nel 2000, poco dopo essere diventata Editor dell'American Journal of Psychoanalysis, ho contattato Judith e l'ho invitata a collaborare con noi su alcuni numeri speciali della rivista, su qualsiasi argomento le piacesse. Ha deciso di dedicare attenzione al lavoro di Michael Balint. Il risultato del suo lavoro dedicato si è tradotto in tre numeri speciali sulla vita e l'opera di Balint (Dupont, 2002a, 2002b, 2003), inclusi preziosi corrispondenze con suo zio, una serie di interviste a Balint condotte da Bluma Swerdloff, direttrice dell'Office of Oral History Research alla Columbia University, e molti articoli sul lavoro di Balint scritti da autori di spicco negli Stati Uniti, in Francia e nel Regno Unito. Il primo numero speciale dedicato a Balint si aprì con un articolo originale di Balint, mai pubblicato in inglese prima, intitolato La crisi della pratica medica, originariamente pubblicato nel 1930 sulla rivista medica ungherese Gyógyászat. Nel 1985 Judith lo tradusse dal ungherese in
francese, pubblicato su Le Coq-Héron, e poi nel 2002 lo tradusse in inglese per l'AJP. L'articolo di Balint è notevole perché è molto attuale (Balint, 1930). Qualche anno dopo, Judith si rivolse a me per pubblicare un numero speciale su Otto Rank. Sappiamo che il rapporto molto stretto e duraturo tra Ferenczi e Rank è diventato in definitiva conflittuale, ma Judith ha gestito la questione con sensibilità e onestà (Dupont, 2013).
Dal 1993, è stata strettamente coinvolta nelle Conferenze Internazionali di Ferenczi, e abbiamo pubblicato almeno 16 numeri speciali delle Conferenze di Ferenczi nel corso degli anni. Judith è stata la persona più generosa, sempre disponibile a condividere le sue conoscenze, i suoi pensieri e le sue vaste esperienze. Rimarrà nel mio cuore e nella mia mente, e il suo spirito ispirerà i lettori dell'American Journal of Psychoanalysis e l'intera comunità psicoanalitica
Giselle Galdi
Editor-in-Chief Emeritus, American Journal of Psychoanalysis
RIFERIMENTI
Balint, M. (1930). The crisis of medical practice. American Journal of Psychoanalysis, 62, 7-15.
Originally published in Hungarian in the medical journal Gyógyászat. 1930.
Bonomi, C. (2017). Book Review: Judith Dupont, Au fil du temps … Un itinéraire analytique, 2015.
International Forum of Psychoanalysis, 26(2), 129-131.
(Recensione di: Judith Dupont, Sul filo della memoria. Un itinerario psicoanalitico in
compagnia di Ferenczi e Balint, Brescia: Arpa edizioni, 2018. The Wise Baby/Il
poppante saggio, 2018, Vol. 1/1: 123-26.)
Dimitrijević, A. (2022. Raised in the world of psychoanalysis: An interview with Judith Dupont.
American Journal of Psychoanalysis, 82, 548–573.
Dupont, J. (Ed.) (2002a). First Special Issue. The life and work of Michael Balint.
American Journal of Psychoanalysis, 62(1).
Dupont, J. (Ed.) (2002b). Second Special Issue. The life and work of Michael Balint.
American Journal of Psychoanalysis, 62(4).
Dupont, J. (Ed.) (2003). Third Special Issue. The Life and Work of Michael Balint.
American Journal of Psychoanalysis, 63(3).
Dupont, J. (Ed.) (2012). Special Issue. Recognizing Otto Rank, an innovator.
American Journal of Psychoanalysis, 72(4).
Dupont, J. (2013). Ferenczi at Maresfield Gardens.
American Journal of Psychoanalysis, 73(1), 1-7.
Ferenczi, S. (1932). The Clinical Diary of Sándor Ferenczi. J. Dupont (Ed.), M. Balint
& N.Z. Jackson (Trans.). Cambridge, MA. & London: Harvard University Press.
1988.
Freud, S., & Ferenczi, S. (1908–1914). The correspondence of Sigmund Freud and
Sándor Ferenczi, Volume 1. 1908–1914. E. Brabant, E. Falzeder & P. Giampieri-Deutsch (Eds.), P. T. Hoffer (Trans.). With an Introduction by and under the supervision of A. Haynal. Cambridge, Mass. & London, England: The Belknap Press of Harvard University Press. 1993.
Freud, S., & Ferenczi, S. (1914–1919). The correspondence of Sigmund Freud and Sándor Ferenczi, Volume 2. 1914–1919. E. Falzeder & E. Brabant, (Eds.), P. T. Hoffer (Trans.), under the supervision of A. Haynal. With an Introduction by A. Hoffer. Cambridge, Mass & London, England: The Belknap Press of Harvard
University Press. 1996.
Freud, S., & Ferenczi, S. (1920–1933). The correspondence of Sigmund Freud and Sándor Ferenczi, Volume 3. 1920–1933. E. Falzeder & E. Brabant (Eds.), with the collaboration of P. Giampieri-Deutsch under the supervision of A. Haynal. P. T. Hoffer (Trans.). With an Introduction by J. Dupont. Cambridge, Mass & London.
England: The Belknap Press of Harvard University Press. 2000.